Che cosa penseremmo se le mani ci sanguinassero quando le laviamo? Saremmo (giustamente) preoccupati e vorremmo trovare un rimedio.
Ecco, quando laviamo i denti e le gengive sanguinano dovrebbe accendersi la stessa «spia rossa», perché non è un evento normale: tuttavia molti non si allarmano e convivono con l’infiammazione gengivale di cui sanguinamento, arrossamento e gonfiore sono i sintomi più comuni.
Senza intervenire però il problema può peggiorare fino alla parodontite grave, col rischio di perdere i denti: ecco perché agire quando ci sono i primi segni di un’infiammazione è fondamentale, come sottolineano le nuove linee guida dell’European Federation Periodontology. Che osservano anche come in realtà gli sforzi dovrebbero iniziare prima, con uno stile di vita sano e un’igiene orale adeguata che aiutino a prevenire l’infiammazione in bocca: le regole principali sono lavarsi i denti almeno due volte al giorno e passare il filo o Io scovolino interdentale alla sera, sottoponendosi poi a sedute di igiene professionale regolari con una frequenza indicata dal proprio dentista, perché può essere diversa a seconda della propria situazione clinica.
Quando però l’infiammazione c’è non va ignorata, come spiega Luca Landi, presidente della Società Italiana di Parodontologia (SldP): «Eliminare il biofilm di placca batterica è il primo passo per tenere sotto controllo la progressione della parodontite, che nei casi più gravi richiede un trattamento chirurgico. Tuttavia, senza un adeguato controllo domiciIiare di placca e tartaro da parte del paziente non si può arrivare alla guarigione dei tessuti né alla stabilizzazione del disturbo gengivale>>. Lo confermano le linee guida europee: se chi ha la parodontite non si impegna nell’igiene orale perfino la chirurgia risulta inutile.
Oltre a spazzolino e filo interdentale, che fare? <<Non esistono farmaci efficaci contro la parodontite, ma posono essere di grande aiuto una corretta igiene e l’uso di dentifrici e collutori a base di principi attivi specifici per l’infiammazione gengivale>>, dice Landi
<<Gli sciacqui con l’antibatterico clorexidina, per esempio, in associazione alla rimozione meccanica della placca da parte del dentista in alcuni casi possono. essere utili; no, invece, all’uso di antibiotici per via sistemica a meno che non sia consigliato dal medico>>.
Nicola Sforza, presidente eletto SidP, aggiunge: «Risolvere l’infiammazione gengivale migliora lo stato di salute generale: eliminare i batteri che la provocano significa ridurre lo stato infiammatorio complessivo e quindi, per esempio, anche il rischio di malattie cardiovascolari e diabete».
Precauzioni – Le sostanze che danneggiano lo smalto
Igiene orale non significa cercare di sbiancare i denti con metodi più disparati: su questo gli esperti della SidP sono concordi e invitano a evitare il fai da te con limone, bicarbonato, aceto o altri prodotti anche naturali molto pubblicizzati sul web.
«Tante di queste sostanze sono abrasive per cui possono togliere qualche macchia superficiale ma anche danneggiare lo smalto. Inoltre se sono applicate sui colletti scoperti, ovvero le parti del dente in cui la gengiva si è ritirata, possono provocare ipersensibilità al freddo», spiega Luca Landi, presidente SidP. Le macchie, eliminabili con polveri a base di
bicarbonato durante le sedute di igiene orale professionale, dipendono spesso dall’alimentazione (caffè, tè, vino e liquirizia le cause più comuni) o dal fumo ma anche da una placca batterica che produce pigmenti o ne assorbe più del normale; possono poi essere conseguenza della parodontite perché l’infiammazione può portare le gengive a ritrarsi e scoprire la radice dentale, più incline a trattenere pigmenti. «Sconsigliati i rimedi fai da te anche per schiarire il colore dello smalto», aggiunge Landi.
«Le tecniche professionali con gel sbiancanti a base di perossido di carbamide sono le uniche testate scientificamente ma è necessario il controllo dell’odontoiatra o dell’igienista dentale. I gel si possono applicare con mascherine da portare alcune ore per 10/15 giorni; ma sempre sotto controllo professionale perché prima di eseguirle è importante una valutazione della salute dei denti e della gengive».
Tratto da: Corriere Salute di Alice Vigna – Giovedì 19 Novembre